LA STORIA

La Pia Associazione dei Ss. Angeli Custodi

La sua origine si deve allo zelo dell’Arciprete di Arcoveggio, Don Basilio Roda e all’illuminato consiglio del Card. Nasalli Rocca, Arcivescovo di Bologna.
Dai Bollettini dell’epoca, sia della Diocesi che della Parrocchia di Arcoveggio, possiamo attingere notizie utili a ricostruire la sua umile storia, che per noi assume tuttavia una grande importanza.
Siamo nel 1923. «Bologna si va allargando; la sua popolazione tocca già le duecentomila anime; e tra i nuovi bisogni che sorgono da questo sviluppo edilizio e demografico c’è anche quello degli edifici sacri al culto».

La costruzione della stazione e della ferrovia aveva incrementato lo sviluppo demografico ed edilizio nella periferia nord di Bologna costituendo quasi una nuova città (è stata infatti chiamata «La Bolognina»), di circa seimila abitanti, a oltre due chilometri dalla Chiesa parrocchiale dell’Arcoveggio. Era necessario suddividere il territorio parrocchiale e vi provvide magnificamente il Card. Svampa, facendo costruire la Chiesa monumentale del Sacro Cuore di Gesù, costituita parrocchia nel 1915.
Intanto la popolazione dell’Arcoveggio era salita a ottomila unità di cui ben duemila cinquecento a Casaralta, lontano da ogni centro religioso.
Alle necessità del popolo casaraltese venne incontro il Card. Nasalli Rocca, sempre sollecito per il bene delle anime, il quale scrisse nei decreti di S. Visita all’Arcoveggio:

Dato lo sviluppo grande dell’abitato nei dintorni di Casaralta, si riconosce la necessità di fare in detta frazione, in luogo da scegliersi, una Chiesa, che Noi stessi costituiremo sussidiale di codesta parrocchia … benediciamo di gran cuore allo zelo del Rev.do Arciprete ed a quanti si interessano perché sia provveduto all’uopo.

Il 18 giugno 1923 si erigeva l’associazione del S. Angelo Custode a cui il Cardinale volle dedicata la Chiesa costruenda. Si acquistò la «bella» statua dell’Angelo ed il 14 ottobre se ne SOLENNIZZÒ CON GRANDE POMPA LA PRIMA FESTA nella Chiesa dell’Arcoveggio.
Il 20 novembre si acquistò l’area su cui edificare il progetto dell’ingegnere Orlandi, di una chiesa in stile romanico a tre navate.
Il 21 aprile 1924 il Cardinale Arcivescovo pose solennemente la Prima Pietra. Merita di essere sottolineata una curiosità: il capo-mastro invitato per l’occasione a predisporre il necessario alla cerimonia era il titolare dell’Impresa «Fratelli Donati» cui, dopo oltre 40 anni ed innumerevoli peripezie, toccherà in sorte di costruire la nuova Chiesa benché in altra sede e con diverso progetto.
Il 26 aprile 1926 ebbe luogo l’inaugurazione del locale a piano terreno della casa canonica: locale però convenientemente decorato, onde poter fungere da Chiesa, fino all’edificazione della parrocchiale.
Il 5 giugno 1927 il Card. Nasalli Rocca, visitando la Chiesa di Casaralta, presentò alla popolazione il Rettore titolare della nuova Chiesa sussidiale, Don Lino Pelati, il quale rimase fino al 1° maggio 1928, quando per motivi di salute, dovette rinunciare all’incarico e al ministero della nostra parrocchia che con zelo ed entusiasmo aveva portato avanti.
Il compianto Cardinale Nasalli Rocca, profondamente devoto all’Angelo Custode, promosse l’istituzione della Pia Associazione cui contribuì con un obolo personale e ne fu il primo socio.

Istituzione della Parrocchia

Dopo la partenza di Don Lino Pelati da Casaralta, l’Oratorio fu officiato, sotto la diretta responsabilità dell’Arciprete dell’Arcoveggio, da vari sacerdoti che venivano saltuariamente. La custodia dell’edificio restò affidata a due anziani coniugi, Ercole ed Ilde Castaldini, che già con Don Lino abitavano i modesti locali esistenti sopra l’Oratorio stesso.
Così passarono gli anni 1928, 1929 e 1930. La popolazione crebbe a tremila anime. Si sentì il bisogno di erigere una nuova Parrocchia, completamente autonoma.
Il 23 febbraio 1931 l’Arcivescovo firmava il decreto di Costituzione della Parrocchia e di nomina del primo Parroco, nella persona di Don Francesco Garibaldo Magnico il quale prese possesso il 19 marzo seguente, solennità di S. Giuseppe.
La Chiesa e la Pia Associazione cambiarono il titolo di «S. Angelo Custode» in quello «dei Ss. Angeli Custodi».
La Pia Associazione che agli inizi ebbe un’attività molto modesta, con la venuta di Don Magnico conobbe uno sviluppo vasto e continuo. Egli la propagandò in tutta Italia ed anche all’estero, coadiuvato nel lavoro dallo zelo solerte e generoso del compianto Comm. Felice Poli di Venezia, di una genialità inesauribile.
Il primo pensiero di Don Magnico fu la pubblicazione di un Bollettino parrocchiale, il cui primo numero uscì nel giugno 1931 col titolo «Parola di Vita». Il suo formato, un semplice foglietto di 4 pagine è rimasto invariato fino al 1969. Originariamente usciva in edizione interparrocchiale, redatto da Mons. Trombelli, Parroco di S. Bartolomeo che ne era il responsabile; alle singole parrocchie era riservata l’ultima pagina per notizie locali.
In quel periodo furono donati alla Chiesa vari arredi fra cui, degno di rilievo, l’altare di legno intarsiato corredato di tovaglie, candelieri, croce, cartegloria e anche pianete, cotte, e un camice, lasciate in eredità dalla Contessa Rossi all’opera diocesana delle chiese povere e che il Card. Nasalli Rocca destinò a Casaralta.
Il locale adibito a Chiesa misurava 70 m² (14×5). Il Parroco pensò di ampliarlo aggiungendo una baracca in legno lunga 6 metri, esprimendo nel numero di agosto la soddisfazione per la «buonissima idea».
«… ora in Chiesa si sta molto meglio, è tolta quell’afa soffocante, quel pigia pigia così noioso… le funzioni si svolgono meglio…».
La popolazione burlescamente prese a definirla «Chiesa col rimorchio».
Già allora vi era la dolente nota dei debiti da pagare.

La nuova chiesa

La Chiesa dei Ss. Angeli Custodi con le annesse opere parrocchiali è stata progettata dagli ingegneri Don G. Carlo CEVENINI e Giuseppe COCCOLINI.
La costruzione dell’intero complesso parrocchiale è stata realizzata da varie imprese, ultima l’Impresa Donati di Bologna che ha curato la costruzione dell’edificio ecclesiale vero e proprio. Le opere parrocchiali sono delimitate da due strade (Vasari e Lombardi) e da una piazzetta.
Cuore di tutto il complesso è un chiostro con porticato su tre lati, su cui si affacciano da una parte l’asilo e il cinema parrocchiale, dall’altra la casa canonica, mentre nella parte priva di portico sorge la cappella feriale addossata alla mole predominante della chiesa.
Sotto la casa canonica e la chiesa vi sono numerose aule catechistiche, due ampi saloni e servizi igienici disimpegnati da scale e corridoi funzionali. Un locale appositamente attrezzato sotto la chiesa, fungerà da cripta.
Sono in via di realizzazione alcuni impianti sportivi per la gioventù, quali un campo di calcio e uno per basket o pallavolo.
Le Chiesa, nella sua forma nasce dalla dottrina liturgica il cui studio si è notevolmente intensificato a Bologna negli ultimi tempi e risponde pienamente alle esigenze liturgiche maturate conseguentemente al Concilio Vaticano II. L’aula destinata all’assemblea domenicale accoglie la comunità attorno all’altare che gode di una posizione preminente con la massima visibilità da parte dei fedeli.
Quindi tutto il presbiterio risponde alla più corale funzionalità liturgica ed ecclesiale, avendo insieme con l’altare maggiore la presenza delle sedi del celebrante e dei ministranti, degli sposi e dei chierichetti nonché dell’ambone, del battistero e della cantoria.
Degno di rilievo è l’altare, formato da una mensa in arenaria sfaccettata e lavorata alla punta, appoggiata ad un basamento in cemento armato, come tutti i singoli elementi del presbiterio. Interessante è pure il battistero, sempre inserito nel presbiterio, e costituito da uno spazio circolare delimitato da una parete semianulare entro la quale è collocato il fonte battesimale formato da una serie di piccoli bacini disposti a cascata che convogliano l’acqua in una vasca sottostante piena di ciotoli di fiume. Accanto vi è il basamento di supporto per il cero pasquale e il blocco-tavolo per le offerte.
Tutti questi elementi sono opera artigianale raffinata, gettata interamente a mano previa preparazione particolare della carpenteria quale opera di falegnameria, eseguita dal Sig. Goliardo Tubertini, e rifinita nelle varie superfici raggiungendo così uniformità di grana, di colore, e di lavorazione nel rispetto delle forme e delle dimensioni progettuali, studiate in armonia con il tipo architettonico dell’edificio ecclesiale che le contiene.
Detto edificio ha una forma «stellare» nella sua pianta, con le «punte» arrotondate. Al centro dei lati sorgono quattro pilastri in cemento armato sostenenti il tetto, singolare per il gioco di pendenze.
I muri perimetrali sono in «cotto a vista» e conferiscono all’ambiente, unitamente al pavimento sempre in cotto, una particolare calda colorazione.
II presbiterio è diagonalmente opposto all’atrio, che disimpegna il traffico interno verso la sacrestia, un piccolo studio, e i servizi da una parte e verso la cappella «feriale» dall’altra. Detta cappella destinata alla conservazione dell’Eucarestia e all’officiatura feriale è, pur comunicando direttamente col vano dell’assemblea domenicale, indipendente e per mezzo di porte interne di facile isolamento e riscaldamento nella stagione invernale.
Alle pareti una «Via Crucis» moderna in cemento, opera del parrocchiano Otello Magrini.

Il campanile di Casaralta

Fin dal 1958 il parroco, mons. Gaetano Bortolotti, volle il progetto generale dell’intera sede parrocchiale che, approvato dal Comune nel 1960 e successivamente dalla Pontificia Commissione di Arte Sacra, è stato realizzato per lotti successivi o in funzione delle esigenze prioritarie ed in rapporto con le risorse disponibili, tenendo presente comunque la necessità di creare – insieme alle altre strutture – le fondamenta del previsto campanile all’incrocio fra la chiesa grande, la cappella invernale e la canonica nell’angolo nord del chiostro pensile, attorno a cui sono poste le varie componenti del complesso edilizio.
Per anni la parte inferiore della struttura reticolare del campanile è rimasta incompiuta, nell’aria, quasi ad invocare il suo completamento, con un concerto di vecchie campane provvisoriamente appoggiate alle colonne in cemento armato che fuoriuscivano dal tetto della cappella.
Nella primavera del 1987 fu presentato in Comune un progetto di campanile, cui sono seguite alcune varianti per meglio armonizzarlo con la chiesa e la canonica esistente ed adeguarlo alle esigenze degli esperti campanari della Parrocchia.
Nel 1989 si è dato corso ai lavori di completamento delle strutture portanti e delle finiture, esterne ed interne, per farne una parte viva della sede parrocchiale dei Ss. Angeli Custodi di Casaralta.
La struttura, come risulta guardando la nuova torre campanaria, è composta da telai in cemento armato che si elevano sulla fondazione formata da una serie di pali, a suo tempo gettati in opera, per superare le difficoltà intrinseche al terreno di sedime.

Anche le campane

Dopo la costruzione del campanile, nel marzo 1990, a circa un anno di distanza sono giunte a Casaralta anche le campane.
Così la parrocchia dei Santi Angeli Custodi ha le sue campane.
Sono giunte in un momento particolarmente felice: la domenica delle Palme, il 24 marzo 1991 e sono state benedette personalmente dall’arcivescovo card. Giacomo Biffi la mattina della domenica «in albis» davanti a un numeroso gruppo di fedeli. Quindi le campane sono rimaste in chiesa, esposte alla vista ed ammirazione dei parrocchiani proprio nei giorni di maggior concorso, quali la domenica delle Palme, durante la settimana santa e il giorni di Pasqua.
L’8 maggio sono state issate sul campanile.
Le cinque campane, ordinate il 14 marzo 1990, sono state fuse nel marzo 1991 dalla ditta Francesco De Poli di Vittorio Veneto.
Vengono così classificate:
La 1ª in SI bemolle – di Kg 320 dedicata a Gesù Crocifisso con la scritta «Tu ci hai redento Signore con la tua croce» è affidata alla generosità dei parrocchiani, infatti porta la scritta: «Donata dai parrocchiani».
La 2ª in DO naturale – di Kg 225 – dedicata alla B.V. di Lourdes con la scritta: «lo sono l’Immacolata Concezione» è stata donata dal Parroco.
La 3ª in RE naturale – di Kg 155 – dedicata a S. Giuseppe con la scritta: «Custode di Gesù, custodisci le nostre famiglie» è stata donata dal signor Giancarlo Romagnoli in memoria dei suoi genitori.
La 4ª in MI bemolle – di Kg 125 – dedicata ai Ss. Angeli Custodi con la scritta: «Angelo di Dio guidaci ne! giusto cammino» è donata dai signori Dea e Arrigo Ghiselli.
La 5ª in FA naturale – di Kg 95 – dedicata a S. Clelia Barbieri con la scritta: «Amate Iddio perché è grande e buono» è donata da Z.C.